Avevo intrapreso gli esperimenti sul controllo mentale, li avevo abbandonati senza premurarmi di distruggerne ogni traccia, ero scappata coinvolgendo e mettendo in pericolo le persone che amavo, avevo cercato di suicidarmi -al solo pensiero una vertigine mi fece quasi cadere dal letto- e infine avevo rinunciato ad un barlume di felicità che avevo appena intravisto, pur di essere sincera fino in fondo. 
Sorrise, aggrottando le sopracciglia. "Non parlo della pietra. Mi riferisco alla memoria che sta dentro questa pietra. tutto ne è intriso, tutto ne è permeato. La memoria, se ascolti, la puoi percepire... la gioia per un bambino che è nato, l'agonia della morte, la pazzia, la leggerezza di milioni di sguardi che si sono posati sempre sullo stesso mare, sullo stesso tramonto, per secoli, mentre il mondo tutt'intorno cambiava."
Non risale al secolo scorso l'amicizia tra le nostre famiglie, e neppure a quello precedente. Il legame che ci unisce si perde nel passato, a quando i nostri avi compresero che solo insieme saremmo riusciti a porci al di sopra delle masse e delle leggi. Saremmo riusciti, come fantini, a cavalcare le personalità fulgide di chi sapeva affascinare i popoli e guidare gli eserciti in battaglia, consapevoli che, alla loro morte, sarebbero sopravvissuti solo i loro nomi, mentre noi, nel silenzio dei nostri, avremmo continuato a vivere e dominare. Non è stato sempre facile. A volte abbiamo dovuto nasconderci, a volte i nostri stessi nomi hanno dovuto cedere ad altri, purchè la stirpe rimanesse la stessa, pura e immortale.
